Si è svolto stamattina un incontro tra le OOSS e l’Assessora al Lavoro della Regione Lazio Alessandra Tibaldi sulla situazione di Italtel, l’azienda di telecomunicazioni italiana che rischia, nelle prossime settimane, di chiudere la sede di Roma e di licenziare circa 220 lavoratrici e lavoratori. L’amministratore delegato di Italtel aveva comunicato nei giorni scorsi alle OOSS più di 400 esuberi a livello nazionale e di procedere alla chiusura di una sede, con molta probabilità quella di Roma. Gli esuberi sarebbero determinati da un calo di fatturato causato dalla riduzione di commesse da parte del principale cliente Telecom Italia, che è anche socio di Italtel. Contemporaneamente all’incontro si è svolto un presidio dei lavoratori in sciopero sotto alla sede della Regione lazio. L’assessora Tibaldi si è impegnata a convocare immediatamente l’azienda a un tavolo insieme agli assessorati della Provincia e del Comune di Roma e che si attiverà per accelerare i tempi di un tavolo di trattativa nazionale con Il Ministero dello Sviluppo Economico.
“Siamo di fronte ad una situazione gravissima che coinvolge ancora una volta lavoratori e lavoratrici delle telecomunicazioni” dichiara Roberta Turi della Segreteria Fiom Cgil di Roma. “La Regione, insieme alla Provincia e al Comune, deve aiutarci ad impedire che il territorio romano venga ulteriormente depauperato di competenze e professionalità importantissime. Abbiamo già assistito, negli ultimi mesi, all’abbandono del territorio da parte di importanti aziende dell’Ict. Questo settore deve essere salvaguardato attraverso finanziamenti per la banda larga e risolvendo, una volta per tutte, il problema delle telecomunicazioni italiane, oggi in mano ad un unico privato “monopolista”, Telecom Italia, che continua a non investire sulla rete di telecomunicazioni. Questo produce danni non solo per i lavoratori e le lavoratrici Italtel, ma per tante altre aziende che occupano, solo a Roma, decine di migliaia di addetti. Nei prossimi giorni ci attiveremo con altre iniziative di lotta per impedire i licenziamenti.”
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