giovedì 25 luglio 2013
Corte Costituzionale:i lavoratori hanno diritto di avere diritti
La Corte Costituzionale, il 23 luglio, ha scritto una sentenza storica dando
completamente ragione alla denuncia di incostituzionalità della scelta della
direzione aziendale della Fiat di cancellare la libertà delle lavoratrici e dei lavoratori
di poter essere iscritti, di poter eleggere i propri rappresentanti, di poter tenere le
assemblee, di poter negoziare la propria prestazione lavorativa.
La Corte Costituzionale ha stabilito che i diritti individuali e collettivi dei lavoratori
non derivano dalla firma delle intese con le imprese. Il diritto alla rappresentatività
e alla negoziazione, è esclusivamente dei lavoratori e delle lavoratrici e da essa
deriva la rappresentatività delle organizzazioni sindacali. I diritti sindacali non sono
un premio, come ha sostenuto la Fiat, che le imprese concedono solo alle
organizzazioni sindacali “consonanti”.
La verità è che la Fiat e le organizzazioni sindacali firmatarie hanno definito
un’intesa con l'obiettivo di escludere e, quindi, cancellare le organizzazioni sindacali
che non hanno ceduto al ricatto.
La suprema Corte ha ribadito che la nostra Costituzione vieta alle imprese di
decidere chi rappresenta i lavoratori.
La Fiat negli ultimi anni ha violato la Costituzione: siamo potuti giungere alla
sentenza della Corte solo grazie alla resistenza dei metalmeccanici della Fiom-Cgil,
che hanno riaffermato un diritto valido per tutte le lavoratrici e per tutti i lavoratori:
quello ad essere liberi da ogni ricatto nella
contrattazione.
La Fiom rientra negli stabilimenti del gruppo Fiat per
tornare a contrattare e negoziare il futuro industriale e
occupazionale, le condizioni di lavoro, il salario e
l'orario.
La Fiom-Cgil chiede che la direzione aziendale della
Fiat applichi la sentenza della suprema Corte e dei
Tribunali italiani, per permettere una nuova stagione di
relazioni industriali, a partire dalla salvaguardia
dell'occupazione.
www.fiom.cgil.it
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